Nessun titolo poteva meglio rispecchiare la natura di questa gemma risalente al 1980.
L’andamento assollutamente rilassato,  113 battute al minuto accompagnate da un groove circolare di basso e percussioni,  unito a un  testo scarno e ossessivo , rendono questa traccia decisamente iptnotica.

L’utilizzo di suoni tipicamente orientali e il sentore cosmico della linea vocale e del sintetizzatore rilasciano un alone di misterosulla sua atmosfera di per sè già cupa.

Dietro questo piccolo capolavoro troviamo il francese Daniel Vangarde, che già si era fatto conoscere per alcune hit disco, al secolo Daniel Bangalter ovvero papà di quel Thomas che ha segnato il decorso della musica dance con il progetto Daft Punk.

Il brano  si trova nell’album “Who’s Who” che nel 2009,a circa 30 anni  di distanza dalla sua prima uscita,  è stato ristampato in vinile dall’etichetta Not On Label.