Nata a Chicago e cresciuta musicalmente da autodidatta, imparando a suonare ad orecchio mandolino chitarra e banjo, dopo aver conseguito la laurea in scienze sociali la Spiegel ritorna a studiare musica e composizione a Londra.
I primi lavori con chitarra classica, vibrafono e synthetizer escono a cavallo degli anni 60-70, ma la svolta avviene nel 1973, anno in cui inizia a lavorare per l’azienda Bell.
Focalizzazione d’ora in avanti su computers e sui primissimi programmi software a disposizione, realizzati e sviluppati dalla stessa all’interno del laboratorio di ricerca e sviluppo della Bell.
Vive sulla pelle l’eccitazione delle esplorazioni musicali rese disponibili dalla implementazione di quelle attrezzature, condividendo l’incredibile senso di libertà creativa ad esse collegato con altri artisti della scena artistico-musicale newyorkese, quali Suzanne Ciani, Pauline Oliveros, Philip Glass, Terry Riley e Steve Reich.
Compone nel frattempo musica per spettacoli teatrali, performances grafiche dal vivo e, nel 1974, inizia a concentrarsi sull’LP The Expanding Universe (ripreso e pubblicato nel 1980 dall’etichetta Philo), progetto cui dedicherà tre lunghi anni e dal quale uscirà “Patchwork”.
Collabora poi sul finire degli anni 70 alla produzione di AlphaSyntauri, il primo sistema computeristico professionale per musica ad un prezzo accessibile, e scrive di distribuzione digitale di brani musicali in articoli giornalistici datati 1980-81.
Si ritira dalla scena musicale nei primi anni 80 in quanto sente che il suo interesse si è ormai spostato definitivamente dal processo artistico al prodotto.
Nel 1985 compra un Mac 512k e subito si attiva per creare Music Mouse, un software musicale in grado di combinare programming e composing in un singolo processo, semplice da usare e disponibile ancora oggi.
“Patchwork” e l’intero LP The Expandind Universe si ispirano all’opera Harmonices Mundi dell’astronomo-matematico tedesco Johannes Keplero, impiegando algoritmi e “patchworks” musicali strettamente correlati ai rapporti geometrici perfetti (cubo-tetraedro-dodecaedro-icosaedro-ottaedro) e ai rapporti spazio-temporali di orbita e di distanza reciproca esistenti tra i corpi celesti del nostro sistema solare e del cosmo in espansione, studiati e descritti appunto da Keplero.
L’armonia così vista, percepita, sentita e suonata non è altro che l’eco delle strutture matematiche sottostanti l’universo e la musica, per la Spiegel, ha lo scopo di rivelare continuamente la scoperta dell’armonia di tali rapporti fondamentali.
Minimale in espansione universale.