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Timeless Beats /

Craig Leon Nommos

  • Label / Takoma
  • Catalog / TAK 7096
  • Format / Vinyl
  • Released / 1981
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Nommos

Nasce in Florida Craig Leon e cresce seguendo studi classici di pianoforte. Questo fin quando non entra a far parte di un gruppo locale con il quale suonava r&b e Rock. Agli inizi degli anni ’70 decide di fare il salto e si trasferisce nella grande mela, precisamente a Manhattan dove intraprende la carriera di A&R nientemeno che per la Sire Records (Madonna, Regina Spektor, Depeche Mode…ecc.ecc.), ed oltre a lavorare con queste crescenti star scopre ed inizia a lavorare con due bans che rispondono al nome di Talkin Heads e Ramones. Avrete capito, un peso massimo. Un musicista e tecnico che a partire dai primi ’70 si trovava nella NYC più attenta ed avanguardistica e quindi di fatto nel vortice sonoro più eccitante di sempre.

Ma quel che ci interessa, naturalmente è il lato produttivo dell’uomo. Leon infatti oltre a seguire la produzione dei citati gruppi, trovò il tempo anche di comporre due album solisti ed un terzo diviso con Arthur Brown in un arco di tempo che va dal 1981 al 1984.

Craig LeonFacciamo ora un piccolo salto di qua dell’oceano.
Primi anni ’80, Lazise, sulle sponde del lago di Garda, discoteca Cosmic. Un certo Daniele Baldelli, forte della sua visione sciamanica a dir poco unica, faceva girare sul suo piatto ipnotiche vibrazioni tribali dai forti connotati elettronici, robe oscure, mai ascoltate prima, dischi che lo avrebbero poi condotto all’olimpo oltre che alla consacrazione al suono Afro.
Ecco, tra quei dischi c’era proprio lo stratosferico Nommos, primo album scritto da Craig Leon nel 1981 per la Takoma (label californiana fondata dall’amico Jhn Fahey nel 1959).

Nommos è una suite di cinque brani incredibilmente atmosferici composti da un Leon in stato di grazia, un viaggio incredibile nella musica ambient fatto di mille sfumature tribali, sintetizzatori che trasmettono elettricità pura, sensazioni di angoscia, tagli minimali perfettamente articolati con la parte percussiva che ricorda l’Africa più della musica africana stessa.

Nommos è un piccolo capolavoro nascosto, una di quelle gemme che una volta scoperte ti entrano nell’anima con le loro vibrazioni profonde. C’è una sorta di sacralità in questo suono, qualcosa che trascende dall’essere un genere per presentarsi soltanto come musicale. Nommos è proprio quel lato oscuro dell’Africa, una ricerca di sensazioni ed atmosfere che da native diventano elettroniche nel migliore dei modi, lasciando l’ascoltatore stupito di fronte a tale accuratezza compositiva, da tale narrazione.

L’originale su Takoma si aggira sui cento euro, ma provvidenziale è la ristampa ad opera della Superior Viaduct, label con base a San Francisco che sta operando degli ottimi recuperi tra i quali “Fragments Of Ligh”t dei “nostri” Sensations’Fix o “Musica Su Schemi” sempre degli italiani “Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza”.
In Inghilterra scriverebbero highly recommended, compratevelo!

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