Rossana Casale fa la sua gavetta come corista per Riccarco Cocciante, Mina, Mia Martini e Loredana Bertè, un iter abbastanza consolidato negli anni ’70 per una cantante emergente che arriverà all’album soltanto nel 1984 insieme alla Premiata Forneria Marconi. Ma come sappiamo bene, uno dei tanti modi per sbarcare il lunario in quel memorabile decennio era quello di gettarsi a capofitto nella produzione di singoli dance che in quel dato momento rispondevano chiaramente al termine Disco.
E’ ormai chiaro e consolidato quanto gran parte delle voci pop dell’epoca, ma anche di starlette televisive o pseudo attrici sull’orlo del declino ancor prima di cominciar a parlare di carriera, abbiano, chi più chi meno, tentato la facile strada del singolo Disco. Vinili che oggi, dopo oltre trent’anni, sono stati riscoperti e tracciati in una ricostruzione filologica che ha permesso di far emergere tutto un sottobosco di produzioni ultra-limitate ed ormai ricercatissime dai collezionisti nord europei e non solo.
La Casale dicevamo non ha fatto eccezione, molte infatti sono state le sue collaborazioni in ambit dance, dai Klein & MBO a Kano ai N.O.I.A. o al compianto Mike Francis.
Questo invece, oltre che essere il suo primo singolo, se vogliamo può esser ritenuto un progetto isolato, siamo nel 1979 e sorprende quasi apprendere che la parte di arrangiamento è stata curata da Oscar Rocchi, tastierista e sintetista sul quale si potrebbero scrivere interi libri, autore di numerose perle in chiave jazz-funk soundtrack, partner produttivo di Fabio Fabor e strumentista per artisti come Mina, Pino D’angiò, Tullio De Piscopo, Giorgio Gaber, Roberto Vecchioni e molti altri ancora.
In questo solitario sette pollici la Casale veste le sembianze di Miss Mystery e presta la voce su un impianto disco-funk da capogiro. A risaltare immediatamente è il poderoso giro di basso che scrive a tutti gli effetti una melodia che rimane impressa con la stessa potenza di una chitarra elettrica. Intorno un orgia di tastiere e strumenti a fiato mentre la batteria circoscrive un ritmo dance piuttosto standard. Verso la metà la veste cambia, dopo un break percussivo entrano in gioco gli ottoni ed un solo di sax che trascina il groove verso altezze importanti. La voce della Casale è un rafforzativo, ripete come un mantra il titolo ed accompagna il groove fondendosi in un corpo energico e molto ben calibrato.
La b-side, come solito, regala una instrumental version che per gli amanti sarà il vero valore aggiunto del lavoro. Rispetto a tanti altri dischi con caratteristiche simili prodotti in quegli anni questo “…A Uno” è ancora facilmente reperibile ed è molto al di sopra di molte osannate tracce che devono il loro valore ad un fattore puramente numerico.